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CRISPR a Bologna
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In commercio non ci sono ancora piante modificate con l’editing genomico. Ma se ne trovaste una sugli scaffali del supermercato, accanto alla controparte OGM e a quella convenzionale, quale acquistereste? E a che prezzo? Un gruppo di economisti dell’Università dell’Arkansas lo ha chiesto a un campione di persone in 5 paesi che finora hanno mostrato atteggiamenti diversi sulle biotecnologie agrarie (Stati Uniti, Canada, Belgio, Francia e Australia), interpellando oltre 400 persone in ogni paese. Continua a leggere
Quando le regole non funzionano vanno cambiate. Lo sostengono i consulenti scientifici della Commissione europea, in un parere che evidenzia le contraddizioni esplose dopo la sentenza della Corte di Giustizia UE che ha equiparato le piante editate a quelle transgeniche. “Nuove conoscenze scientifiche e recenti avanzamenti tecnologici hanno reso la Direttiva sugli OGM inadeguata allo scopo” di regolamentare in modo efficiente e coerente l’uso delle biotecnologie in campo agrario, scrivono i sette saggi incaricati di fornire consulenze scientifiche indipendenti utili a indirizzare il policy-making europeo. Continua a leggere
Autorevoli scienziati di più di 75 centri e istituti europei attivi nella ricerca sulle piante e le scienze della vita si sono uniti per sottoscrivere un documento che chiede con urgenza ai responsabili politici europei di salvaguardare l’innovazione in agricoltura e biologia vegetale. Gli scienziati sono profondamente preoccupati a seguito della recente decisione della Corte di Giustizia Europea riguardo le moderne tecniche di editing dei genomi, che potrebbe di fatto condurre alla messa al bando delle nuove tecnologie di miglioramento genetico delle piante. Come risultato, gli agricoltori europei sarebbero privati di una nuova generazione di varietà vegetali più resistenti ai climi avversi e più nutrienti, necessarie per rispondere alle attuali sfide ecologiche e sociali. Questo documento si affianca alle numerose prese di posizione di singoli Istituti di ricerca che sono apparse nell’ultimo anno, a riprova del grande consenso presente nella comunità scientifica accademica e delle conseguenze negative della decisione della Corte. Continua a leggere
Accomunando transgenesi e mutagenesi, qualche mese fa la Corte di Giustizia europea ha seminato scompiglio, ma il vecchio continente può ancora decidere di raccogliere i benefici dell’innovazione in campo agrario, lasciando una porta aperta per CRISPR. La proposta avanzata dal Ministero dell’ambiente olandese, rilanciata sulla rivista Trends in Biotechnology, è all’insegna del pragmatismo. Continua a leggere
La legislazione europea sulle piante geneticamente modificate va aggiornata, per restare al passo con le novità dell’editing genomico. Lo ha chiesto il Bioökonomierat, comitato consultivo sulla bioeconomia del Governo federale della Germania, dopo che la Corte di Giustizia UE ha stabilito che anche le tecniche più avanzate di correzione del DNA vanno regolamentate come l’ingegneria genetica. I 17 membri di questo organismo indipendente, creato nel 2009 per volere dei Ministeri della Ricerca e dell’Agricoltura, propongono un approccio differenziato, a seconda dell’entità e del tipo di correzioni genetiche apportate. Continua a leggere
credit: The Atlantic
Non sarà questo della foto, ma si tratterà comunque del primo assaggio pubblico di un prodotto CRISPR consumato in Italia, e uno dei primi al mondo. A base di riso editato made in Italy, secondo i ben informati. L’annuncio è stato fatto dall’Associazione Luca Coscioni, che dà l’appuntamento per il 18 settembre alle 10 di mattina, prima nella sala stampa della Camera dei Deputati e poi in Piazza Montecitorio. Obiettivo: richiamare l’attenzione di politica, media e comunità scientifica sul grande potenziale dell’editing genomico in campo agrario, sulla necessità di sbloccare l’impasse delle autorizzazioni per i campi sperimentali nel nostro paese e sull’importanza di una mobilitazione su scala europea in risposta alla sentenza della Corte del Lussemburgo che ha equiparato le piante editate agli OGM. Il primo pasto crispico è stato consumato in Svezia: tagliatelle con cavoli biotech. Si ricorda anche una cena di gala geneticamente editata (ma con tecniche diverse da CRISPR) in un ristorante alla moda di Manhattan. Questa volta però l’iniziativa non sarà goliardica né pubblicitaria. Piuttosto un’azione dimostrativa nel tipico spirito della tradizione radicale, per rivendicare il diritto alla libertà di ricerca, che rischia di essere soffocato dalla sovra-regolamentazione.
In Italia si sono già espressi il genetista Michele Morgante e l’Associazione Coscioni. Questa invece è una selezione dei commenti da non perdere pubblicati all’estero:
Science Media Centre, Expert reaction to Court of Justice of the European Union ruling that GMO rules should cover plant genome editing techniques
Matt Ridley, EU’s anti-GMO crusade is unscientific and harmful
Mark Lynas, Scientific community defeated by green groups in European court ruling on gene edited crops
Carl Zimmer, What is a genetically modified crop? A European ruling sows confusion
The Observer view on Europe’s ban on gene-editing crops
Wired, European ruling could slow Africa’s push for CRISPR crops
Le piante modificate con le nuove tecniche di editing genomico sono degli OGM e come tali vanno regolamentate. Lo stabilisce una sentenza emessa dalla Corte Europea in relazione a una richiesta di chiarimenti avanzata dalla Francia. La notizia rappresenta una doccia fredda per i genetisti vegetali del vecchio continente, che avevano salutato l’arrivo dell’editing, e in particolare della tecnica CRISPR, come una grande chance per far ripartire la ricerca dopo 20 anni di ostruzionismo politico-regolatorio sugli OGM. Continua a leggere