L’Italia apre uno spiraglio alle TEA

Forse qualche giorno fa avete letto su Repubblica dello spiraglio aperto, in occasione del decreto siccità, alla sperimentazione in campo di piante editate o cisgeniche: “Via libera del Parlamento alle specie vegetali sottoposte a editing genetico. Le cosiddette Tea (Tecniche di evoluzione assistita) permettono di combattere le malattie senza pesticidi. Gli esperti: ‘Molto diverse dagli Ogm’. Stavolta il ministro Lollobrigida esulta: ‘L’Italia oggi è all’avanguardia in Europa”’.

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La Gran Bretagna apre alle piante CRISPR

© Brian Bould

Mentre l’Unione europea è ancora alle prese con la revisione del suo quadro regolatorio sugli OGM, la Gran Bretagna post-Brexit ha già deciso. Alla fine di marzo Londra ha approvato la legge che regolamenta in modo più leggero l’editing genetico in campo agrario, Genetic Technology (Precision Breeding) Act, con l’assenso di Re Carlo e per la gioia della comunità scientifica britannica. Per chi conosce la storia della controversia sulla modificazione genetica delle piante, si tratta di un evento epocale a forte valore simbolico.

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CRISPR alle urne. Cosa dicono i partiti?

La testata online del gruppo Nature dedicata all’Italia ha chiesto ai partiti quali posizioni hanno su temi legati a scienza, ricerca, ambiente e salute. Tra le domande poste da Marta Paterlini, Fabio Turone e Nicola Nosengo ce n’è una sulle Tea (ovvero le tecnologie genomiche applicate all’agricoltura, ribattezzate in Italia tecniche di evoluzione assistita), tra cui primeggia CRISPR. A seguire riportiamo le risposte dei partiti che hanno aderito all’iniziativa di Nature Italy (peccato per gli assenti). In breve due risposte evasive (Movimento 5 Stelle e Unione Popolare) e quattro positive, seppure con sfumature differenti (Partito Democratico, Azione-Italia Viva, +Europa, Lega).

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Nuove tecniche genomiche: che regole vuoi per l’UE?

Un esercizio di democrazia partecipativa, in vista della revisione del quadro regolatorio sulle piante modificate con tecniche che sono state sviluppate o si sono affermate dopo il 2001 (l’anno di approvazione della direttiva sugli OGM). E’ l’occasione per contribuire ad aggiornare regole vecchie, superate dagli avanzamenti scientifici e tecnologici, e per dire ciò che pensiamo su questioni come questa:  “Nella nuova legislazione sulle piante prodotte mediante mutagenesi mirata o cisgenesi dovrebbe essere preso in considerazione il contributo alla sostenibilità potenzialmente derivabile dalla modificazione del tratto di un prodotto?” Per partecipare alla consultazione è sufficiente collegarsi qui e seguire le istruzioni.

Piante CRISPR, come comunicare?

Quando partecipo alle iniziative sull’editing in agricoltura mi viene chiesto quasi sempre qual è il modo migliore per impostare la comunicazione sulle biotecnologie di nuova generazione e come evitare gli errori commessi in passato con gli OGM. Diciamo subito che non esistono ricette facili e universalmente condivise, ma esistono diversi fattori di cui è assolutamente necessario tenere conto.

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Otto anni di riso CRISPR

La storia del riso editato all’università di Milano, ancora in attesa di debuttare nelle prove in campo, raccontata dalla sua artefice Vittoria Brambilla. La presentazione è tratta dal convegno sulle Tecniche di Evoluzione Assistita che si è tenuto nel novembre del 2021 a Bologna. Nella pagina dedicata all’evento sono disponibili anche le presentazioni di Luigi Cattivelli (orzo e frumento), Alberto Acquadro (specie ortive), Stefano Tartarini (piante da frutto), Mario Pezzotti (vite), Dirk Inzè (agricoltura globale).

Piante editate: dopo Londra apre anche Parigi?

La speranza di un cambiamento nelle politiche europee germoglia, a sorpresa, in Francia: le piante editate non sono OGM e vanno regolamentate diversamente, secondo il ministro dell’agricoltura Julien Denormandie. Pochi giorni prima era stato il suo omologo inglese George Eustice a far intravedere una svolta, annunciato una consultazione pubblica e affermando che la Brexit lascia la Gran Bratagna libera di decidere. E in Italia?

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