Il summit di Londra e il fantasma di Hong Kong

La paziente simbolo delle terapie CRISPR, l’afroamericana Victoria Gray, ha parlato per la prima volta a un convegno scientifico, emozionando la platea di specialisti (credit The Royal Society)

La Human Genome Editing Initiative è arrivata al terzo – e forse ultimo – atto. Il primo summit (Washington 2015) si era svolto all’insegna dell’entusiasmo per l’invenzione di CRISPR, con lo scopo dichiarato di avviare un dialogo costruttivo tra scienza e società. La seconda edizione (Hong Kong 2018) è stata monopolizzata dall’annuncio della nascita in Cina dei primi esseri umani geneticamente modificati. La scorsa settimana gli specialisti riuniti nella capitale britannica (Londra 2023) hanno provato a superare lo shock e a concentrarsi sulle prossime sfide: allargare il ventaglio delle malattie trattabili, ridurre i costi delle terapie, semplificarle perché siano somministrabili ovunque nel mondo, raggiungere il maggior numero possibile di malati. (Continua su Osservatorio Terapie Avanzate)

Gene drive: l’esperimento è (anche) sociale

Harvard Mag Pete RyanScegliete una parola per completare la frase. “I gene drive sono un ambizioso esperimento di …”. Genetica? Ecologia? Evoluzione? Ovviamente i gene drive sono tutto questo e di più. A pensarci bene, rappresentano anche un grande esperimento di tipo sociale, su comunicazione del rischio, public engagement, processi partecipativi. Non sappiamo ancora se questi “acceleratori genetici”, progettati per favorire la diffusione di geni di interesse con l’aiuto di CRISPR, funzioneranno in campo aperto come ci si augura. Se ci permetteranno davvero di impedire agli insetti vettori di trasmettere malattie killer come la malaria o se ci consentiranno di eliminare le specie invasive che minacciano la biodiversità degli ecosistemi insulari. Per arrivare a scoprirlo sarà necessario prima di tutto negoziare (con l’opinione pubblica, i gruppi di pressione, i regolatori, i governi) il via libera per sperimentare la tecnologia fuori dai laboratori, in condizioni controllate. Oggi questa impresa per la costruzione di un consenso condiviso prende ufficialmente le mosse con l’impegno sottoscritto su Science dai grandi sponsor della ricerca sui gene drive. Tra le organizzazioni che hanno aderito ci sono fondazioni e istituti di ricerca sparsi tra Stati Uniti e India, Nuova Zelanda e Canada, Gran Bretagna e Francia. In prima fila, naturalmente, la Fondazione di Bill e Melinda Gates con il suo progetto Target MalariaContinua a leggere