Le domesticazioni dell’era genomica

Le specie vegetali coltivate su larga scala nel mondo sono circa 150 ma questo numero potrebbe aumentare, anche notevolmente. Infatti si stima che le piante che sono state pienamente domesticate nel corso di dodicimila anni siano 250, mentre ne esistono settemila semi-domesticate e le edibili sarebbero addirittura cinquantamila. La sfida appare enorme e lo è, ma per le futuribili domesticazioni dell’era genomica potrebbero non essere necessari secoli e millenni, come accadeva agli albori dell’agricoltura. Il processo potrebbe avvenire a ritmo accelerato, nel giro di pochi anni, sfruttando le conoscenze accumulate sui tratti utili per la coltivazione e le nuove tecnologie come l’editing genetico.

[La mia intervista a Silvio Salvi dell’Università di Bologna continua qui; questo è il quinto articolo della serie sulle potenzialità di CRISPR in agricoltura che sto curando per il sito AgriScienza. Nelle puntate precedenti: Le nuove frontiere; Editing per il sud del mondo; Vitamine per il futuro; Frumento a cottura salutare]

CRISPR alle urne. Cosa dicono i partiti?

La testata online del gruppo Nature dedicata all’Italia ha chiesto ai partiti quali posizioni hanno su temi legati a scienza, ricerca, ambiente e salute. Tra le domande poste da Marta Paterlini, Fabio Turone e Nicola Nosengo ce n’è una sulle Tea (ovvero le tecnologie genomiche applicate all’agricoltura, ribattezzate in Italia tecniche di evoluzione assistita), tra cui primeggia CRISPR. A seguire riportiamo le risposte dei partiti che hanno aderito all’iniziativa di Nature Italy (peccato per gli assenti). In breve due risposte evasive (Movimento 5 Stelle e Unione Popolare) e quattro positive, seppure con sfumature differenti (Partito Democratico, Azione-Italia Viva, +Europa, Lega).

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Piante CRISPR, come comunicare?

Quando partecipo alle iniziative sull’editing in agricoltura mi viene chiesto quasi sempre qual è il modo migliore per impostare la comunicazione sulle biotecnologie di nuova generazione e come evitare gli errori commessi in passato con gli OGM. Diciamo subito che non esistono ricette facili e universalmente condivise, ma esistono diversi fattori di cui è assolutamente necessario tenere conto.

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CRISPR per la transizione ecologica agricola

16 novembre 2021, 14.30, BOLOGNA, viale Fanin 44, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, aula Magna. Con Roberto Tuberosa, Silvio Salvi, Luigi Cattivelli, Vittoria Brambilla, Alberto Acquadro, Stefano Tartarini, Mario Pezzotti, Dirk Inzé, Anna Meldolesi, Paolo De Castro, Dino Scanavino, Deborah Piovan, Davide Viaggi, Edgardo Filippone, Silvia Giuliani. L’incontro avverrà in modalità mista, in presenza e in remoto (link al programma).

Nature Italy: zero campi CRISPR e una speranza

Il Governo Draghi non si è ancora espresso in materia. Durante il Governo Conte, però, le autorità competenti italiane hanno risposto in modo iper-cauto al questionario della Commissione europea, arrivando a negare che le Nuove Tecnologie Genomiche potranno essere di qualche utilità. Intanto i ricercatori italiani cercano di districarsi tra difficoltà burocratiche e scarsità di fondi. Ecco il quadro che emerge dal mio lavoro per Nature Italy.

CRISPR Journal da leggere

Questo è davvero un numero con tanti articoli di interesse generale, su tutte le principali applicazioni di CRISPR. Imperdibile Fyodor Urnov, che con il suo martello Crispr e la falce dell’anemia, ragiona sui successi e sulle sfide degli interventi di terapia genica per le emoglobinopatie. Il direttore della rivista Rodolphe Barrangou analizza insieme a due colleghi le promesse (infrante) per un’agricoltura biotech sostenibile. Un gruppo di specialisti, tra cui Andrea Crisanti, propone un codice etico per i gene drive, basato su responsabilità scientifica, stewardship ecologica, coinvolgimento della società e condivisione dei benefici.

Piante CRISPR & clima: serve un nuovo Principio di precauzione

La rivista Global Food Security ha pubblicato un’interessante analisi di Sarah Garland (Earth Institute, Columbia University), che suggerisce di ribaltare la prospettiva sul Principio di precauzione, invocandolo per sostenere l’importanza delle nuove biotecnologie per l’agricoltura alle prese con la crisi climatica. Se si porta l’attenzione, com’è opportuno e doveroso, sulla minaccia rappresentata dai cambiamenti climatici, l’approccio precauzionale caro al movimento ambientalista e alle istituzioni europee può diventare un argomento fondamentale nella campagna a favore delle piante geneticamente editate.

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Doudna sull’editing in agricoltura

credit Ft

Annunciando il meritatissimo premio a Jennifer Doudna ed Emmanuelle Charpentier, Claes Gustafsson, chair del Comitato del Nobel per la chimica, ha citato espressamente l’utilizzo di CRISPR per lo sviluppo di “piante innovative”. Poi il Nobel è stato festeggiato dai media parlando molto delle applicazioni mediche dell’editing genetico e pochissimo di quelle agrarie. Eppure Jennifer Doudna ha detto in molte occasioni di credere che CRISPR potrebbe contribuire a un’agricoltura più sostenibile e lo ha ribadito il 20 ottobre, fresca di Nobel, intervenendo al World CRISPR Day.

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Le accademie tedesche chiedono nuove regole per CRISPR e OGM

Picture: Sisters of Design

Oggi le Accademie tedesche delle scienze e l’ente nazionale per la ricerca Deutsche Forschungsgemeinschaft (DFG) hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in risposta alla sentenza della Corte di giustizia europea che nel luglio del 2018 aveva equiparato le piante editate agli organismi transgenici. Per evitare che la ricerca e l’agricoltura vengano danneggiate da regole che non hanno solide basi scientifiche, la Germania propone una strategia di breve e una di lungo periodo.

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