Editare le colture per catturare più CO2

credit CSR wire

Ridurre drasticamente le emissioni di gas serra è indispensabile, ma non basta. Per contenere l’impatto della crisi climatica bisognerà anche ripulire l’atmosfera, almeno parzialmente, dall’anidride carbonica emessa. La prima buona notizia è che le piante fanno questo per natura, attraverso la fotosintesi: usano l’energia solare per fissare la CO2 producendo zuccheri. La seconda è che è stato avviato un ambizioso programma scientifico finalizzato a potenziare, con l’aiuto dell’editing genomico, sia la capacità di cattura che di immagazzinamento della CO2 in alcune specie di interesse agrario, a cominciare da sorgo e riso. (Continua su AgriScienza)

BananApocalisse: quanto dobbiamo preoccuparci?

Albert Eckhout, Natura morta di agrumi e banane

L’allarme sull’incombente estinzione delle banane è stato rilanciato insistentemente dai media nell’ultimo decennio. È stato coniato addirittura il neologismo “bananapocalisse”. Quanto dobbiamo essere preoccupati? E cosa stanno facendo i genetisti vegetali per garantire lunga vita a questo frutto amato dai consumatori di tutto il mondo e celebrato da tanti artisti? [Continua su AgriScienza]

Le domesticazioni dell’era genomica

Le specie vegetali coltivate su larga scala nel mondo sono circa 150 ma questo numero potrebbe aumentare, anche notevolmente. Infatti si stima che le piante che sono state pienamente domesticate nel corso di dodicimila anni siano 250, mentre ne esistono settemila semi-domesticate e le edibili sarebbero addirittura cinquantamila. La sfida appare enorme e lo è, ma per le futuribili domesticazioni dell’era genomica potrebbero non essere necessari secoli e millenni, come accadeva agli albori dell’agricoltura. Il processo potrebbe avvenire a ritmo accelerato, nel giro di pochi anni, sfruttando le conoscenze accumulate sui tratti utili per la coltivazione e le nuove tecnologie come l’editing genetico.

[La mia intervista a Silvio Salvi dell’Università di Bologna continua qui; questo è il quinto articolo della serie sulle potenzialità di CRISPR in agricoltura che sto curando per il sito AgriScienza. Nelle puntate precedenti: Le nuove frontiere; Editing per il sud del mondo; Vitamine per il futuro; Frumento a cottura salutare]

CRISPR per toast e fritti più salutari

Caffè, cereali per la colazione, biscotti. Pane tostato, cracker e snack di ogni tipo. Torte dolci e salate, pastella per friggere, patate fritte e al forno. La lista degli alimenti che contengono acrilammide è lunga e appetitosa. Il problema è che questa sostanza è potenzialmente cancerogena e si forma, durante la cottura ad alte temperature, da precursori presenti naturalmente in cereali, tuberi e altri vegetali. La soluzione, dunque, potrebbe essere il ricorso all’editing genomico per ridurre la presenza di uno di questi precursori: l’aminoacido asparagina. (Continua su AgriScienza)

CRISPR e la nutrizione personalizzata

Ho intervistato Angelo Santino del CNR per il sito AgriScienza. Abbiamo parlato dei pomodori arricchiti di vitamina D3 sviluppati in collaborazione con il John Innes Center, del perché hanno attirato l’attenzione dei media internazionali e di un futuro possibile (ma non ancora vicino) in cui consumatori che presentano carenze alimentari diverse (per età, genere, patologie, stili di vita) potranno trovare alimenti su misura per loro.

Povertà e malnutrizione: cosa può fare l’editing?

L’editing genomico è una tecnologia economica e versatile, alla portata dei centri di ricerca no-profit dei paesi in via di sviluppo. Si rivelerà uno strumento utile per aiutare tanti piccoli agricoltori a rompere il cerchio della povertà e per migliorare la salute delle popolazioni ancora afflitte da fame e malnutrizione? Ne ho parlato con Kevin V. Pixley, il responsabile delle risorse genetiche della rete no-profit della Rivoluzione verde (CGIAR) che ha avviato una collaborazione con l’istituto fondato dalla co-inventrice di CRISPR Jennifer Doudna (IGI). Oggi su AgriScienza.