L’Italia apre uno spiraglio alle TEA

Forse qualche giorno fa avete letto su Repubblica dello spiraglio aperto, in occasione del decreto siccità, alla sperimentazione in campo di piante editate o cisgeniche: “Via libera del Parlamento alle specie vegetali sottoposte a editing genetico. Le cosiddette Tea (Tecniche di evoluzione assistita) permettono di combattere le malattie senza pesticidi. Gli esperti: ‘Molto diverse dagli Ogm’. Stavolta il ministro Lollobrigida esulta: ‘L’Italia oggi è all’avanguardia in Europa”’.

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CRISPR salad: il primo contorno editato (e griffato) made in Usa

La società che ha sviluppato la nuova insalata (e sta lavorando a nuove varietà di ciliegie e frutti di bosco) è stata fondata da scienziati di prima grandezza: David Liu, Keith Joung e Feng Zhang (in quest’ordine nella foto)

Ormai sembra ufficiale. La prima pianta CRISPR a debuttare sul mercato statunitense non sarà una materia prima di uso industriale né un mangime per il settore zootecnico, come era accaduto negli anni ’90 con gli OGM classici. Questa volta l’innovazione entra in punta di piedi, con un prodotto pensato per consumatori esigenti e curiosi. Un nuovo tipo di insalata ricca di nutrienti come una misticanza selvatica, ma senza quelle note amare che di solito relegano le brassicacee nella categoria degli alimenti da consumare cotti (ne avevamo parlato qui).

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Agrobiotech femminile singolare

Stiamo vivendo una crisi epocale. La FAO ci ricorda che il 40% delle colture va perso ogni anno a causa di insetti a malattie: per ridurre questo intollerabile spreco servono ricerca, innovazione e formazione, ma anche modelli. L’agricoltura è un settore nel quale i modelli femminili sono sottorappresentati e per questo è importante fornirne sempre di nuovi per far sì che le bambine e le ragazze si sentano autorizzate ad ambire a qualunque posizione nella professione e nella vita pubblica. 
L’incontro è un viaggio dietro le quinte del percorso che porta al cibo visto attraverso gli occhi delle ricercatrici e delle agricoltrici che lo vivono in prima persona (link al programma)

Sequenza standard addio, arriva il genoma collettivo

Credit: Darryl Leja, NHGRI

Ci eravamo abituati a immaginare il Dna come il grande libro della vita, il codice per decifrare noi stessi, la stele di Rosetta dell’umanità, il manuale operativo di Homo sapiens. Ma il repertorio delle metafore merita di essere aggiornato. Oggi il nostro ritratto di specie ha assunto le sembianze di una rete fatta di nodi e relazioni. Benvenuti nell’epoca del pangenoma: il genoma complessivo (pan in greco vuol dire tutto) che ambisce a diventare via via più complesso, plurale, cosmopolita e inclusivo.

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Dalla doppia elica a CRISPR, 70 anni di scoperte

Nel reportage di Radio24 interviene anche Anna Meldolesi con un focus su CRISPR (minuto 6)
Matthew Cobb e Nathaniel Comfort firmano su Nature una ricostruzione storica aggiornata sul contributo di Franklin, che andrebbe inquadrata non come vittima ma come protagonista alla pari di Watson e Crick.

La lezione di Terry, il paziente pioniere che non ce l’ha fatta

Terry e Richard Horgan (Credit: Cure Rare Disease)

Era stato il primo paziente a sottoporsi a una terapia CRISPR per la distrofia muscolare. Il primo a ricevere un trattamento CRISPR pensato unicamente per lui. E sempre il primo a sperimentare un approccio CRISPR che non mirasse a cambiare una sequenza genica ma soltanto il suo livello di attivazione (editing epigenetico). Sei mesi dopo la morte di Terry Horgan, il fratello Richard ha diffuso le prime informazioni sulle cause del decesso.

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Ecco Klara, il pesciolino CRISPR trasparente

Si chiama Killi turchese, è un piccolo pesce africano d’acqua dolce ed è considerato un organismo modello per gli studi sull’invecchiamento. Adesso i ricercatori potranno osservare molto più facilmente i cambiamenti degli esemplari di questa specie (Nothobranchius furzeri), perché un gruppo tedesco ha utilizzato CRISPR per eliminare tre geni in un colpo solo, facendo scomparire la loro bellissima livrea pigmentata.

La linea Killi trasparente, ribattezzata Klara, è stata presentata sulla rivista eLife, che ha anche diffuso questo video su twitter. L’idea non è nuova, infatti nei laboratori guizzano già dei mutanti depigmentati di zebrafish e medaka. Ma Klara è un prezioso nuovo arrivo, soprattutto per gli studiosi di aging. Infatti, nonostante vivano poco (da pochi mesi a circa un anno), questi pesci mostrano alcuni segni di invecchiamento presenti anche nei mammiferi, compreso l’accorciamento delle estremità dei cromosomi.