Piante TEA: piaceranno ai consumatori?

Gli studi non sono tanti, ma sembrano in accordo tra loro: per il pubblico le piante ottenute con l’editing genomico sono preferibili agli OGM. A fare il punto è un’analisi che sarà pubblicata sul numero di giugno di Current Opinion in Biotechnology. Hans De Steur e i suoi colleghi dell’Università di Ghent, in Belgio, hanno passato in rassegna i dati raccolti finora in diversi paesi del mondo, tra Europa, Asia e Americhe.

Come si vede nella figura qui sopra, si possono prendere in considerazione dimensioni diverse (consapevolezza, conoscenze, atteggiamento, percezione della sicurezza, disponibilità a pagare, preferenze). A complicare il quadro c’è il fatto che ogni prodotto meriterebbe di essere valutato individualmente, tenendo conto dell’uso che se ne fa (ad esempio se si tratta di una materia prima o di un prodotto fresco) e dello scopo dell’intervento genetico (ad esempio se a trarne vantaggio sono i produttori, i consumatori, l’ambiente).

Secondo uno studio italiano, in particolare, più consumatori sarebbero disposti a pagare di più per l’uva editata resistente alle infezioni fungine se adeguatamente informati sui benefici. In generale, l’insieme dei risultati sembra confermare che le nuove tecnologie (che non comportano l’inserzione di DNA estraneo nei prodotti finali, a differenza degli OGM classici) sono un po’ meno divisive e dunque un po’ più socialmente accettabili.

Un’avvertenza però è necessaria: la consapevolezza pubblica su questi temi è alquanto bassa, e la maggior parte delle persone sa molto poco delle TEA o NGT (la prima sigla è quella usata in Italia, la seconda compare nei documenti ufficiali dell’Unione europea). Resta da vedere, dunque, come evolverà la percezione pubblica quando il dibattito si intensificherà, con l’approvazione delle nuove regole UE e l’arrivo in tavola dei primi prodotti.

Un pensiero su “Piante TEA: piaceranno ai consumatori?

  1. “la consapevolezza pubblica su questi temi è alquanto bassa, e la maggior parte delle persone sa molto poco delle TEA o NGT

    Io direi che è tendente al nulla.

    Purtroppo la conoscenza dell’evoluzione e della domesticazione delle piante e del miglioramento genetico intrapreso con la riscoperta del controllo genetico dei caratteri è quasi del tutto assente.

    Anche chi crede nelle biotecnologie sbaglia a mettere in così netta contrapposizione le piante “OGM” (termine assurdo) con le piante ottenute con le NGT. Ci consideriamo sconfitti, pur sapendo che scientificamente non lo siamo.

    Dubito fortemente nell’accettazione da parte dei consumatori di prodotti ottenuti con tecnologie NGT.

    In realtà, credo che la contrapposizione non sia mai stata contro gli OGM ma contro qualcosa di così naturale come le modificazioni genetiche che avvengono sia in ambienti naturali (il caso e la necessità) sia in tutte le metodologie di miglioramento genetico, dalla selezione massale al genome editing.

    Grazie dell’attenzione.

    Claudio Pugliesi

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