Bruxelles è alla ricerca di un compromesso sul nodo dei brevetti dopo che il Parlamento europeo ha introdotto un emendamento per vietarli all’interno del regolamento sulle nuove tecniche genomiche
La revisione del quadro regolatorio sulle piante geneticamente modificate in corso in Europa ha lo scopo di tenere il passo con i progressi tecnologici e favorire lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile. La comunità scientifica, l’industria sementiera e le principali associazioni degli agricoltori ne giudicano positivamente l’impianto, ma c’è ancora qualche diavolo nascosto nei dettagli.
Lo sviluppo delle Tecniche di evoluzione assistita o Tea (CRISPR in testa) sta lentamente ridisegnando gli schieramenti in campo. Alcuni soggetti da sempre ostili agli OGM classici hanno deciso di aprire la porta alle opportunità offerte dalla “genetica green” di precisione (Coldiretti, ad esempio). Altri (per esempio Greenpeace, nonostante qualche isolata e coraggiosa avanguardia) hanno confermato un’opposizione di principio, persino nei casi in cui l’intervento è talmente leggero da rendere le piante concretamente indistinguibili da quelle sviluppate con tecniche convenzionali. Quanto alla galassia dell’agricoltura biologica appare ferma, eppure qualcosa si muove.
La comunità scientifica ha salutato con grande favore la proposta di parziale deregolamentazione delle nuove biotecnologie avanzata dalla Commissione europea lo scorso luglio. Purtroppo l’iter legislativo non potrà compiere significativi passi in avanti prima della prossima legislatura, che si aprirà con le elezioni europee del giugno 2024. Ma questo tempo non andrà sprecato se servirà a sciogliere i nodi del testo che meritano un supplemento di riflessione e a mettere a punto qualche emendamento chiarificatore. Il diavolo è nei dettagli: dalle soglie proposte per delimitare gli interventi ammissibili sul genoma alle incognite relative alla coesistenza con il biologico, senza dimenticare lo stigma nei confronti degli erbicidi. Per passare in rassegna le questioni ancora irrisolte abbiamo chiesto aiuto a Roberto Defez, biotecnologo del CNR di Napoli. [Continua su Agriscienza]
La Commissione Europea sta raccogliendo commenti sulla proposta di regolamento sulle Nuove Tecniche Genomiche (NGT) presentata il 5 luglio. In questa pagina ci sono tutti i documenti utili a farsi un’opinione: dai criteri per stabilire quando una pianta NTG (in Italia si usa anche la sigla TEA, Tecniche di evoluzione assistita) è equiparabile a una pianta convenzionale, fino ai calcoli sui costi della coesistenza per i produttori del biologico (si veda in particolare l’Impact assessment report). I feedback ricevuti durante il periodo di consultazione (8 settimane, estendibili) saranno riassunti dalla Commissione europea e presentati al Parlamento europeo e al Consiglio con l’obiettivo di alimentare il dibattito legislativo. In generale, CRISPeR Mania apprezza la proposta di regolamento, soprattutto per l’attenzione rivolta ai benefici promessi dalle nuove tecniche genomiche in termini di sostenibilità ambientale.
Si è conclusa la conferenza stampa di presentazione della proposta di regolamento per le piante migliorate con le Nuove tecniche genomiche, note in Italia come Tecniche di evoluzione assistita. Qui avevamo anticipato alcune indiscrezioni. Qui la pagina ufficiale con i documenti, le Faq, il comunicato stampa.
La proposta della Commissione europea sull’alleggerimento normativo per le Nuove tecniche genomiche (quelle che in Italia vengono chiamate TEA) dovrebbe essere presentata il 5 luglio, ma qualcuno ha diffuso online il documento riservato. In breve, se la modificazione avrebbe potuto essere ottenuta anche naturalmente o con metodi convenzionali, e la pianta presenta lo stesso profilo di rischio della controparte convenzionale, dovrebbe essere trattata in modo simile alle piante convenzionali e diversamente dagli OGM (non richiederebbe autorizzazione, valutazione del rischio, tracciabilità, etichettatura secondo le regole in vigore per gli OGM, ma verrebbe inserita in un registro per la trasparenza). Per le piante in cui l’editing o la cisgenesi abbiano portato a risultati diversi da quelli convenzionali, valgono le attuali regole sugli OGM. Qui potete leggere la ricostruzione di Genetic Literacy Project. Qui la mia spiegazione sulle differenze tra le Nuove tecniche genomiche e gli OGM.
PS Ci sono due particolari degni di nota per quanto riguarda l’attenzione ai timori espressi da associazioni ambientaliste e produttori biologici. Primo, le piante resistenti agli erbicidi (anche se TEA) continuerebbero a essere regolamentate come OGM. Secondo: l’agricoltura organica potrebbe restare TEA-free grazie all’etichettatura presente nelle sementi.
Grande è la confusione sotto il cielo delle nuove biotecnologie. A giudicare dal dibattito italiano sull’innovazione genetica in agricoltura, sembra che non si sappia più come chiamare cosa. Siamo in attesa che il 5 luglio la Commissione Europea presenti la sua proposta di regolamentazione delle “nuove tecniche genomiche” (NTG). Ma nel frattempo il 9 giugno il Parlamento italiano ha approvato una norma favorevole alla sperimentazione con le “tecniche di evoluzione assistita” (TEA), che sono la stessa cosa. Se però si legge l’articolo in questione (è il 9 bis del decreto legge sulla siccità) questa espressione non c’è: si parla invece di emissione deliberata nell’ambiente a fini sperimentali di “organismi prodotti con tecniche di editing genomico mediante mutagenesi sito-diretta o di cisgenesi”. [Continua su Le Scienze]
Il 29 aprile scorso la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica online sull’opportunità di riformare il quadro regolatorio UE in modo da tenere il passo con gli avanzamenti scientifici e tecnologici. I risultati, diffusi sul sito della consultazione, fotografano una chiara maggioranza a favore di un ripensamento delle attuali regole, approvate quando le Nuove Tecniche Genomiche (NGT) come la mutagenesi mirata (ovvero CRISPR) non esistevano ancora. Ecco i dati principali, nella sintesi preparata da Cibo per la mente:
Un esercizio di democrazia partecipativa, in vista della revisione del quadro regolatorio sulle piante modificate con tecniche che sono state sviluppate o si sono affermate dopo il 2001 (l’anno di approvazione della direttiva sugli OGM). E’ l’occasione per contribuire ad aggiornare regole vecchie, superate dagli avanzamenti scientifici e tecnologici, e per dire ciò che pensiamo su questioni come questa: “Nella nuova legislazione sulle piante prodotte mediante mutagenesi mirata o cisgenesi dovrebbe essere preso in considerazione il contributo alla sostenibilità potenzialmente derivabile dalla modificazione del tratto di un prodotto?” Per partecipare alla consultazione è sufficiente collegarsi qui e seguire le istruzioni.
(vigna friulana, dalla presentazione di M. Morgante)
CRISPeR Mania ha il piacere di pubblicare il testo della presentazione che Michele Morgante (Università di Udine) ha tenuto il 6 giugno al Workshop virtuale sulle biotecnologie Innovative e gli approcci regolatori organizzato dall’Ambasciata e dal Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti.