Le TEA a Parma

Insieme a me ci saranno Stefania Masci (presidente della Società Italiana di Genetica Agraria), Alessandro Nicolia (ricercatore CREA, artefice del pomodoro TEA resistente alle orobanche), Silvia Giuliani (Assosementi) e molti altri, tra cui rappresentanti di istituzioni, industria e Confagricoltura – Link al programma

CRISPR sulla nuova Treccani

È in arrivo l’appendice XI dell’Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti, con quattro pagine dedicate alle nuove biotecnologie di precisione che ho avuto il piacere di curare. Le tendenze cambiano in fretta, internet ci ha abituato a una fruizione rapida di notizie e contenuti, insomma “fissare la mutevolezza del nostro presente in un’opera enciclopedica” è una sfida, come recita l’introduzione all’appendice. Ma lasciar sedimentare i concetti resta una necessità, ed era importante che l’editing genetico fosse incluso tra gli aggiornamenti necessari per vivere consapevolmente nel mondo contemporaneo. Mi piace notare che la mia voce arriva dopo “Economia verde ed economia blu” e prima di “Educazione”. Buona lettura, dunque, a chi si regalerà il tempo di sfogliare queste pagine, magari nel silenzio di una biblioteca.

Le nuove biotecnologie a Tagadà

Un segmento del dibattito sulle politiche in materia di scienza e di bioetica andato in onda il 28 novembre a Tagadà su la 7. Anna Meldolesi parla della prima sperimentazione europea con cellule staminali per il Parkinson, del divieto italiano sulla carne coltivata e della ripresa delle sperimentazioni in campo con piante geneticamente corrette. Chiara Lalli parla di maternità surrogata, aborto, suicidio assistito. Qui c’è il dialogo con Tiziana Panella per intero (a cominciare dal minuto 16)

Le viti TEA su Nature Biotechnology

Le viti dell’Università di Verona sono già in campo, poi potrebbe essere la volta di Fondazione Edmund Mach e di CREA-CNR. Si tratterà sempre di Chardonnay, editato per resistere alla peronospora (ma con doppio knock-out) o all’oidio. Ne ho parlato con Mario Pezzotti, Sara Zenoni, Umberto Salvagnin, Riccardo Velasco e Vittoria Brambilla. Tornare su Nature Biotechnology per me è una gioia, anche perché questa volta l’Italia fa da apripista, anziché tirare il freno all’innovazione genetica. Prosit!