A che punto è l’applicazione di CRISPR in agricoltura? Il 2024 è stato un anno di svolta in Italia, con le prime sperimentazioni in campo di riso e vite editati per resistere meglio ad alcune malattie fungine. E nel resto del mondo? L’Innovative Genomics Institute ha fotografato lo stato dell’arte e il bilancio è positivo. Diamo un’occhiata insieme.
Nature Biotechnology ha dedicato un editoriale al contributo positivo che CRISPR può dare alla democratizzazione delle biotecnologie agrarie. La speranza è che, senza il peso della sovraregolamentazione, anche gli istituti pubblici e le piccole società biotech possano portare prodotti utili dal laboratorio fino ai campi. L’editing genetico senza introduzione di sequenze “trans” (ovvero provenienti da altre specie) può fregiarsi del suffisso “cis”, da qui il titolo dell’articolo “Cis-editing for all“.
La società che ha sviluppato la nuova insalata (e sta lavorando a nuove varietà di ciliegie e frutti di bosco) è stata fondata da scienziati di prima grandezza: David Liu, Keith Joung e Feng Zhang (in quest’ordine nella foto)
Ormai sembra ufficiale. La prima pianta CRISPR a debuttare sul mercato statunitense non sarà una materia prima di uso industriale né un mangime per il settore zootecnico, come era accaduto negli anni ’90 con gli OGM classici. Questa volta l’innovazione entra in punta di piedi, con un prodotto pensato per consumatori esigenti e curiosi. Un nuovo tipo di insalata ricca di nutrienti come una misticanza selvatica, ma senza quelle note amare che di solito relegano le brassicacee nella categoria degli alimenti da consumare cotti (ne avevamo parlato qui).
Le specie vegetali coltivate su larga scala nel mondo sono circa 150 ma questo numero potrebbe aumentare, anche notevolmente. Infatti si stima che le piante che sono state pienamente domesticate nel corso di dodicimila anni siano 250, mentre ne esistono settemila semi-domesticate e le edibili sarebbero addirittura cinquantamila. La sfida appare enorme e lo è, ma per le futuribili domesticazioni dell’era genomica potrebbero non essere necessari secoli e millenni, come accadeva agli albori dell’agricoltura. Il processo potrebbe avvenire a ritmo accelerato, nel giro di pochi anni, sfruttando le conoscenze accumulate sui tratti utili per la coltivazione e le nuove tecnologie come l’editing genetico.
Sta per debuttare negli Stati Uniti un mix di foglie rosse e verdi di brassica, geneticamente editate per piacere a una nicchia di consumatori interessati a piatti veloci, sani, sostenibili e di tendenza.