Mini-organi editati per bloccare il coronavirus

Mini-modelli intestinali umani infettati da Sars-Cov2 (Credit: Joep Beumer/Hubrecht Institute)

Gli organoidi sono abbozzi di organi in miniatura ottenuti in laboratorio coltivando cellule staminali e indirizzandole ad assumere l’identità cellulare desiderata. Negli ultimi 10 anni sono stati prodotti in questo modo mini-cervelli, mini-intestini, mini-reni e via continuando. Questi modelli sono estremamente semplificati e hanno le dimensioni di una lenticchia, ma si sono già rivelati utili per la ricerca di base, soprattutto in campi come lo sviluppo embrionale e l’oncologia. Un progetto di ricerca particolarmente estroso sta studiando l’effetto di alcune varianti geniche neandertaliane sul funzionamento di mini-cervelli sapiens. Ma cosa ci si può fare in virologia?

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L’era d.C. della diagnostica (dopo CRISPR e dopo COVID)

La pandemia ha dimostrato che i classici tamponi basati sulla reazione a catena della polimerasi (PCR) non bastano più. Rappresentano il golden standard della diagnostica ma richiedono reagenti difficili da reperire durante un’emergenza globale come questa, macchinari costosi, competenze specialistiche e troppo tempo per l’esecuzione. Il futuro del settore diagnostico è nei test rapidi, possibilmente da fare anche a casa e auspicabilmente in multiplex. A che punto è la transizione? (Il mio articolo sul sito di Osservatorio Terapie Avanzate)

Via libera al primo CRISPR-test


Fra tutte le possibili applicazioni di CRISPR si pensava che il primo prodotto a uscire dai laboratori per entrare nel mondo reale sarebbe stata una pianta. In effetti il debutto del mais waxy di Corteva è atteso entro il 2020. La pandemia però ha premuto sull’acceleratore del filone diagnostico, che ora può vantare il primo test basato su CRISPR approvato dalla Food and Drug Administration. A tagliare per prima il traguardo è stata la company fondata dal pioniere di CRISPR Feng Zhang, la Sherlock Biosciences. Per saperne di più suggeriamo i seguenti link: il comunicato stampa che annuncia l’autorizzazione e l’articolo del New York Times pubblicato pochi giorni prima del via libera.