Brevetti CRISPR, diamo i numeri

CRISPR patent landscape IPStudies

Domande di brevetto con estensioni in nuove aree geografiche presentate nel mondo. I dati relativi a 2018 e 2019 sono incompleti. A causa del ritardo nella pubblicazione delle domande negli Usa, la maggior parte delle patent application conteggiate sono in Cina. (fonte IPStudies/The Scientist)

Secondo la società svizzera IPStudies, nel mondo sono state presentate oltre 12.000 domande di brevetto relative alla tecnologia CRISPR, raggruppate in circa 4.600 famiglie. Con l’espressione “famiglia di brevetti” si intendono tutte le domande che corrispondono a una singola invenzione e coprono differenti regioni geografiche. Il conteggio risulta impressionante anche se ci limitiamo ai brevetti già approvati, che sono più di 740. Oltre la metà di questi sono stati concessi in due paesi. Indovinare quali è fin troppo facile: Cina e Stati Uniti. Continua a leggere

Brevetti CRISPR: la ricerca in agricoltura ora è più libera

Broad Pioneer

L’editing genomico ha un grande potenziale nel miglioramento genetico vegetale. E la tecnologia CRISPR è abbastanza economica e facile da usare da essere alla portata di tutti i laboratori, non solo delle grandi multinazionali agbiotech. Lascia ben sperare, dunque, la notizia che uno dei principali soggetti detentori di diritti di proprietà intellettuale sull’uso di CRISPR in agricoltura abbia deciso di facilitare l’accesso alla tecnologia ai ricercatori interessati. Continua a leggere

Chicchi di futuro. Il debutto (sobrio) di CRISPR sul mercato

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L’avventura commerciale di CRISPR non inizierà in farmacia ma nei campi. Probabilmente nel 2020. L’onore e l’onere di debuttare sul mercato, in qualità di primo prodotto sviluppato con la rivoluzionaria tecnica di editing genomico, toccherà a un mais che viene chiamato waxy per l’aspetto ceroso dei suoi chicchi. Questa caratteristica è dovuta al fatto che l’amido in essi contenuto è costituito quasi interamente da amilopectina e quasi per nulla da amilosio. Rispetto ai mais simili già in commercio, che sono waxy anch’essi ma sono stati prodotti con gli incroci convenzionali, questa nuova varietà avrà una resa maggiore. L’uso di CRISPR è servito a eliminare un enzima chiave per la sintesi del componente indesiderato dell’amido, e questo obiettivo è stato raggiunto senza incorporare DNA estraneo e senza appesantire il mais con la zavorra genetica che gli incroci convenzionali si trascinano dietro. L’amilopectina è ricercata dall’industria amidiera per la produzione di beni come adesivi, carta, addensanti alimentari. Ciò che resta dopo la sua estrazione è una farina proteica che può essere utilizzata come mangime. I mais waxy, dunque, hanno usi prevalentemente industriali e vengono già coltivati nelle varianti convenzionali anche nel nord Italia su qualche migliaio di ettari. Può sembrare un debutto sottotono per la super-tecnologia di editing genomico a cui si chiede di riuscire dove gli OGM hanno fallito: conquistare la fiducia dei consumatori. Ma si tratta di una strategia deliberata, come ci ha spiegato Neal Gutterson, vicepresidente di ricerca e sviluppo alla DuPont Pioneer. Continua a leggere