Cronaca di una giornata molto speciale

La rete delimita ventotto metri quadrati di nudo terreno, in mezzo alla campagna pavese. Al suo interno si muove una decina di ricercatrici e ricercatori dell’Università di Milano. Il computer portatile appoggiato a terra mostra lo schema delle parcelle. Un metro viene srotolato per segnare le coordinate sulle zolle. Le targhette gialle da conficcare nel suolo sono pronte: la scritta TEA (tecniche di evoluzione assistita) serve a segnalare le piante di riso geneticamente editato nella speranza di renderlo più resistente a una malattia fungina (il brusone), mentre la sigla WT indica le wild-type, che non sono state modificate e servono come gruppo di controllo. Eccole lì, duecento di un tipo più duecento dell’altro, finora erano cresciute al sicuro dentro a una cella climatizzata ed è finalmente arrivato il momento di trasferirle all’aperto. Il terreno però si è seccato troppo, colpa del sole degli ultimi giorni. “Zappe, servono delle zappe” dice Vittoria Brambilla, che insieme a Fabio Fornara è l’artefice dell’esperimento. “E annaffiatoi”, aggiunge il biotecnologo Roberto Defez, arrivato da Napoli per dare una mano. Poi speriamo che piova, la prima settimana di vita all’aperto è la più delicata. (Continua su Scienza in rete)

Piante CRISPR, inizia l’avventura italiana

Una varietà di riso modificata con CRISPR/Cas9 potrebbe crescere in un campo sperimentale in Italia settentrionale questa primavera, in base alle nuove norme introdotte nel 2023. Un team dell’Università di Milano è stato infatti il primo gruppo di ricerca del Paese a presentare una domanda di autorizzazione sfruttando una modifica legislativa che ha semplificato le regole per le sperimentazioni sul campo di piante sviluppate con l’editing genomico o la cisgenesi. E con diversi altri gruppi che si preparano a presentare proposte di sperimentazione, potrebbe aprirsi presto una nuova stagione per la genetica agraria in Italia. [Continua a leggere su Nature Italy]