In arrivo il verdetto UE. Quanto è verde il futuro di CRISPR?

sunflowers in Spain

La sentenza della Corte di giustizia europea che dovrebbe contribuire a fare chiarezza sullo status giuridico degli organismi prodotti con la mutagenesi è attesa per domani, 25 luglio. Lo scorso gennaio il parere dell’Avvocato Generale Michal Bobek è stato variamente interpretato, ma molti continuano a sperare che il verdetto di questa causa (C‑528/16) possa aiutare la Commissione Europea a regolamentare in modo ragionevole le nuove biotecnologie verdi, e dunque anche le applicazioni agro-alimentari di CRISPR.

La Commissione sembrerebbe orientata a esentare la mutagenesi dalle restrizioni previste per gli OGM dalla Direttiva sul rilascio deliberato nell’ambiente, almeno nei casi in cui non sono state utilizzate molecole di DNA ricombinante, ma nella testimonianza resa il 3 ottobre del 2017 non ha chiarito tempi e modi per i prossimi interventi di policy-making. Anche fuori dall’Europa, nei paesi in cui le autorità competenti si sono già espresse, la tendenza è quella di non considerare la mutagenesi soggetta alle leggi sulla biosicurezza, come spiegano Nina Duensing e colleghi su Frontiers in Bioengineering and Biotechnology. Il loro articolo è un must-read per chiunque voglia capire in che senso l’editing assomiglia al breeding tradizionale e perché dovrebbe essere trattato diversamente dall’ingegneria genetica. La “flessibilità interpretativa” in cui si trova attualmente l’editing genomico dipende da fattori politici e sociali oltre che da questioni scientifiche e giuridiche, perciò il verdetto in arrivo non basterà da solo a rispondere alla domanda “le piante editate sono OGM?”. Ma le reazioni delle Ong e degli altri stakeholder, probabilmente, serviranno a capire che spazio di manovra hanno i vecchi schieramenti per riposizionarsi, al di là degli spiragli aperti a livello individuale da figure influenti come l’imprenditore Oscar Farinetti in Italia e il ledear bio Klaas Martens in America.

2 pensieri su “In arrivo il verdetto UE. Quanto è verde il futuro di CRISPR?

  1. Io sarei ben felice che l’editing venisse emancipato dallo status OGM ma mi chiedo quanto questa posizione sarebbe “giusta”. Il consumatore ha diritto di sapere come é stato prodotto un bene alimentare anche se il risultato é indistinguibile da una mutazione indotta dal caso? Me lo chiedo perché questa domanda riguarda il valore che vogliamo dare a aspetti ideologici del sentire. Visto che abbiamo normato, a mia impressione in modo vagamente ipocrita, il biologico, verrebbe da se che, a questi aspetti, diamo grande valenza.
    Facciamo contare il risultato? il metodo classico per gli OGM era fortemente impreciso ma abbiamo visto che anche con CRISPR non é tutto oro ciò che luccica anche se abbiamo gli strumenti per correggere. Oppure facciamo contare la metodica con la quale si giunge al risultato?
    Grazie e saluti

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    • nella comunità scientifica esiste un sostanziale consenso sul fatto che si dovrebbe ragionare in termini di caratteristiche del prodotto, non del processo usato per produrlo, ma per faro bisognerebbe rivedere l’intero impianto normativo… intanto vediamo che decidono nel Lussemburgo e a Bruxelles 🙂

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