CRISPR e gli OGM. Dove va l’Europa?

Advocate General OpinionSostenitori e oppositori delle biotecnologie agrarie aspettavano da mesi il parere dell’Avvocato Generale della Corte di giustizia europea, sperando che rispondesse alla fatidica domanda: le piante modificate con l’editing ricadono sotto la stessa normativa degli OGM? La risposta però non è arrivata, nel senso che non appare risolutiva ed è stata variamente interpretata. Il più documentato è questo articolo di Euractiv, cautamente ottimista la lettura data da Nature, The Scientist, Guardian. Ma i punti interrogativi al momento sono più dei punti fermi e, di fatto, siamo ancora in un clima di impaziente attesa.

Innanzitutto non è scontato che il parere venga ripreso alla lettera dalla Corte di Giustizia, e in materie delicate come questa contano anche le virgole. Ancora più importante è il fatto che sia il parere dell’Avvocato Generale, sia il verdetto della Corte atteso per maggio, riguardano una questione specifica (ovvero la regolamentazione delle piante prodotte con la mutagenesi classica). Non è affatto detto che questi documenti bastino a decidere quali delle nuove tecniche per il miglioramento genetico saranno controllate dalla direttiva sugli OGM. Infine, ci si aspetta che la Commissione europea, dopo queste valutazioni giuridiche, possa avviare una riflessione più ampia sull’innovazione biotech in agricoltura. Ce ne sarebbe un gran bisogno. Essendo la materia tanto complessa, può bastare una sfumatura per aprire o chiudere spiragli. Secondo l’Avvocato Generale, ad esempio, una pianta può essere esentata dall’onerosa regolamentazione prevista per gli OGM se per modificarla geneticamente non sono state impiegate “molecole di acido nucleico ricombinante”. Ovviamente con la tecnica CRISPR si può evitare l’inserzione di materiale genetico estraneo: si taglia il gene bersaglio con l’enzima Cas9 e si produce l’equivalente di una mutazione spontanea, ottenendo una modificazione che potrebbe avvenire in natura anche senza l’intervento dell’uomo. Ma serve comunque un RNA guida che porti la Cas9 a destinazione. Di questo RNA non resta traccia nel prodotto finito, funge soltanto da bussola per le forbici molecolari, ma deriva dalla fusione di due RNA e dunque potrebbe essere considerato “ricombinante”. Auguriamoci, dunque, che nel verdetto ufficiale non si trovi scritto “acido nucleico ricombinante” ma “DNA ricombinante”. A volte per cambiare il senso di un discorso, basta una piccola parola.

3 pensieri su “CRISPR e gli OGM. Dove va l’Europa?

  1. Le chiedo un parere dottoressa.
    Io sono, in generale, favorevole all’uso agricolo degli OGM, figuriamoci di CRISPR et similia. Peró sono combattuto: sarebbe giusto che, per non correre il rischio di perdere l’ennesima occasione, l’Europa esentasse l’editing genetico dall’essere trasparente per il consumatore finale? (USA-like se non erro). Oppure, anche in presenza di una modifica analoga a una mutazione casuale, é più giusto che il consumatore venga messo a conoscenza dell’uso della tecnica, anche rischiando di affossare una risorsa per mere motivazioni ideologiche?
    Grazie e saluti

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  2. La trasparenza è sempre la scelta migliore a mio avviso, ma andrebbe praticata a 360 gradi, anche per le piante prodotte con la mutagenesi classica, magari dicendo quanti prodotti chimici sono stati usati (o risparmiati proprio grazie alla modificazione genetica), magari anche quanta CO2 è stata prodotta in più o in meno rispetto agli altri prodotti analoghi. Credo che l’intero approccio all’etichettatura andrebbe ripensato, se l’obiettivo non è solo il marketing ma il diritto dei consumatori a una corretta informazione.

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  3. Pingback: Farmaci anziché fumo, ecco il tabacco dell’era CRISPR | CRISPeR MANIA

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