Uno, c’è l’entusiasmo dell’editoriale inaugurale di Rodolphe Barrangou, il direttore della nuova rivista tutta dedicata a CRISPR. Con i suoi studi sui batteri ha aperto la strada alla prima applicazione utile del sistema CRISPR, nella produzione di yogurt e formaggi. Lasciata la ricerca privata alla DuPont per quella pubblica alla N.C. State University, Barrangou continua a dedicarsi al settore alimentare e questo nella foto è il suo team.
Due, c’è la testarda curiosità di Francisco Mojica, intervistato da Kevin Davies. Nel colorato affresco di CRISPR, questo spagnolo rappresenta il bello della ricerca di base, che partendo da una località periferica dello scacchiere scientifico internazionale, e dedicandosi a un tema oscuro, avvia senza rendersene conto una rivoluzione tecnologica epocale.
Tre, c’è l’expertise socialmente consapevole di Jacob Sherkow, probabilmente il maggior esperto di diritti di proprietà intellettuale relativi a CRISPR che ci sia in circolazione. La sua analisi è da leggere, perché non ha senso dividersi tra brevetti sì e brevetti no, ma discutere di brevetti come.