Un’esplosione del Cambriano per le CAR-T

Credit: Mesa Shumacher/Santa Fe Institute

Circa 500 milioni di anni fa la vita sulla Terra ha attraversato una fase di rapida diversificazione che ha portato alla formazione di strutture biologiche complesse e alla comparsa di nuovi gruppi di organismi. Questo evento cruciale per l’evoluzione è entrato nell’immaginario con una forza tale da diventare metafora. “CAR nel 2025: continua l’esplosione del Cambriano”, in effetti, è il titolo scelto da Michel Sadelain per la lezione ospitata da GEN (Genetic Engineering & Biotechnology News) il 29 gennaio. La branca dell’immunoterapia più in voga, quella che utilizza i linfociti T ingegnerizzati per attaccare in modo efficiente e selettivo le cellule tumorali, vive una fase di boom che promette di moltiplicare approcci e applicazioni. (Continua su Osservatorio Terapie Avanzate)

CRISPR e cancro: attacco e difesa

Le terapie avanzate in campo oncologico avrebbero bisogno di nuove metafore. Le imprese belliche e spaziali – ricordate la War on Cancer e il Cancer Moonshot? – non sembrano riflettere lo spirito con cui tanti ricercatori percorrono la strada dei piccoli passi in avanti anziché inseguire un’illusoria vittoria finale. La partita a scacchi è forse un’analogia più calzante, anche se lo scacco matto è lontano. L’idea di potenziare geneticamente le difese immunitarie del paziente, in particolare, ha aperto nuove entusiasmanti possibilità soprattutto per i tumori del sangue (le terapie Car-T) ma non è priva di limiti. Una possibile variante per aumentare le chance di successo è stata ideata dal gruppo di Pietro Genovese al Dana Farber Cancer Institute di Boston. [Continua sul numero di dicembre 2023 di Le Scienze, con la mia intervista Gabriele Casirati, primo firmatario del lavoro pubblicato su Nature]

CAR-T, la terapia anti-cancro è duratura

Doug Olson (75 anni) è stato uno dei primi pazienti trattati con le cellule CAR-T; qui festeggia il suo compleanno con la famiglia, più di un decennio dopo il trattamento sperimentale che lo ha liberato dalla leucemia. La foto è presa dal comunicato stampa dell’Università della Pennsylvania.

Nel 2010, un paio di anni prima dell’invenzione di CRISPR, Doug Olson riceveva una terapia personalizzata sperimentale per la sua leucemia incurabile. Parliamo delle CAR-T, un acronimo che indica che nelle cellule T è stato inserito un recettore chimerico per l’antigene. Per farla breve, la terapia consiste nel somministrare linfociti T geneticamente modificati per dare meglio la caccia alle cellule tumorali.

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