Sconcerto e tristezza: distrutto il primo campo TEA italiano

Avendo assistito di persona alla festosa inaugurazione della prima sperimentazione in campo di una pianta CRISPR sviluppata in Italia, condividiamo lo sconcerto e la tristezza di Vittoria Brambilla e Fabio Fornara della Università Statale di Milano per la distruzione da parte di ignoti delle innocue piantine, che rappresentavano una speranza per l’agricoltura e la ricerca nel nostro paese. A seguire il comunicato stampa ufficiale. In coda i link agli articoli scritti per Nature Italy, Le Scienze e Scienza in Rete.

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Il piccolo grande passo di Vittoria

Chi si ferma è perduto, perché alla fine è tutta una questione di evoluzione. Mutando, gli organismi possono riuscire a sopravvivere alle condizioni avverse. Cambiando approccio, la comunità scientifica può superare gli ostacoli tecnici. E quando nuovi problemi (i cambiamenti climatici, ad esempio) scalano la lista delle priorità, l’agenda politica può aggiornarsi di conseguenza (questo è il senso del comma favorevole alla ricerca scientifica approvato nel decreto siccità lo scorso giugno). Di fronte a questo panorama in evoluzione non è rimasta certo ferma Vittoria Brambilla, la genetista vegetale dell’Università di Milano che ha il merito di aver piantato una prima simbolica bandierina nel suolo lunare della burocrazia italiana in materia di sperimentazioni in campo con piante dal DNA ritoccato.

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Piante CRISPR, inizia l’avventura italiana

Una varietà di riso modificata con CRISPR/Cas9 potrebbe crescere in un campo sperimentale in Italia settentrionale questa primavera, in base alle nuove norme introdotte nel 2023. Un team dell’Università di Milano è stato infatti il primo gruppo di ricerca del Paese a presentare una domanda di autorizzazione sfruttando una modifica legislativa che ha semplificato le regole per le sperimentazioni sul campo di piante sviluppate con l’editing genomico o la cisgenesi. E con diversi altri gruppi che si preparano a presentare proposte di sperimentazione, potrebbe aprirsi presto una nuova stagione per la genetica agraria in Italia. [Continua a leggere su Nature Italy]