Piante CRISPR, a che punto siamo

Credit Pairwise Plants

Buone notizie dagli Stati Uniti, che hanno approvato nuove regole per le piante geneticamente modificate. Per quanto riguarda l’uso di CRISPR, non sono necessari controlli mirati se il prodotto avrebbe potuto essere ottenuto anche attraverso gli incroci. Via libera dunque all’editing di poche basi, alle delezioni, e anche allo spostamento intragenomico di sequenze per facilitarne la trasmissione coordinata durante gli incroci.

Il discorso cambia se si trasferiscono geni tra piante sessualmente non compatibili. Qualche piccola facilitazione è prevista anche in casi particolari sugli OGM classici, se il tratto introdotto in una linea è uguale a un tratto già approvato. In generale, comunque, l’approccio del Dipartimento dell’agricoltura sarà di focalizzarsi più sul tratto modificato che sul metodo usato per modificarlo.

In Europa invece dovremo attendere: la Commissione sta consultando stati e soggetti interessati, e i risultati di questa consultazione saranno resi noti il 30 aprile 2021. L’incertezza regolatoria rischia di ritardare l’arrivo sul mercato delle prime piante editate, ma CRISPR continua a ispirare nuove idee per il miglioramento genetico. La company fondata dai pionieri dell’editing David Liu e Feng Zhang, Pairwise Plants, ad esempio sta utilizzando questa tecnologia per eliminare i geni che rendono tanto forte il sapore della senape e per aumentare la palatabilità dei frutti di bosco meno commercializzati, come le more.

Un pensiero su “Piante CRISPR, a che punto siamo

  1. E’ vero queste sono buone notizie per gli USA e probabilmente per molti Stati che seguiranno queste direttive. Purtroppo io dubito che in Europa, ma soprattutto in Italia, si seguirà questo modello.
    Non so chi sono i componenti della Commissione che dovrà prendere queste decisioni, ma ho sempre avuto l’impressione queste Commissioni siano costituite da persone poco conoscono la Genetica, l’addomesticamento delle piante e l’importanza che tali decisioni hanno sulla conservazione della biodiversità e quindi sui prodotti tipici dell’ agricoltura nell’area del Mediterraneo in cui l’Italia è probabilmente il Paese più interessato.

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