Il grande balzo avanti del biotech cinese

La Cina è la prossima superpotenza biotech e la nazione dell’innovazione. Parola di Nature Biotechnology che nel numero di novembre dedica l’editoriale e un approfondimento all’esplosione delle scienze della vita in Cina.

“Anche se le tecniche che stanno rivoluzionando il settore, come le cellule CAR-T, CRISPR e la terapia genica – sono arrivate in Cina da fuori, vengono usate in Cina in quantità e con velocità con cui il biotech occidentale non può competere”, si legge. Basta pensare alle sperimentazioni cliniche di questi approcci di frontiera, che in occidente procedono con cautela mentre in Cina sono balzate in avanti.

Nello stesso numero Nature Biotechnology pubblica una lettera firmata dai primi della classe della ricerca pubblica e privata americana. Affermano che le scienze della vita a stelle e strisce hanno bisogno dei ricercatori di origine cinese ed esprimono preoccupazione per le politiche che potrebbero scoraggiarne la permanenza negli Usa.

Pochi dati bastano a chiarire la posta in gioco: dal 1999 oltre 400.000 brevetti statunitensi sono stati riconosciuti a inventori di origine cinese residenti negli Usa e il 28% delle pubblicazioni biomediche statunitensi nel 2018 ha avuto un autore di origine cinese. Un nome fra tanti? Il pioniere dell’editing genomico Feng Zhang, che ha il merito di aver adattato il sistema CRISPR alle cellule umane.

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