
Da Blade Runner a Rampage, passando per Jurassic Park e Gattaca. Dall’ingegneria genetica a CRISPR, passando per le altre tecnologie di editing genomico. Sul blog di AddGene, Kartik Lakshmi Rallapalli ha provato a intrecciare le traiettorie di scienza e fantascienza come se fossero i due filamenti di una doppia elica. L’idea è suggestiva, ma la questione non è semplice come un accoppiamento tra nucleotidi.
Impossibile non notare l’assenza della genetica nel periodo d’oro della science fiction. Proprio nei decenni più cruciali per l’avventura del DNA, la narrativa ha preferito misurarsi con alieni e robot. Seconda annotazione: la fantascienza di CRISPR e delle sue varianti più evolute (base-editing e prime-editing) è ancora tutta da inventare, se non vogliamo accontentarci dei primi tentativi non proprio originali (penso al film Rampage e a qualche serie tv).
Anche parlando di libri, anziché di film, resta una sensazione di déjà vu. Brave New World continua a essere il riferimento più presente sui media e persino sulle riviste scientifiche. Secondo una stima apparsa sul CRISPR Journal, la distopia di Huxley è stata citata in oltre 500 articoli accademici su CRISPR. Secondo l’autore dell’analisi, Derek So, l’accoppiata non è soltanto banale, è fuorviante: come può un’opera del 1932, scritta nell’era pre-DNA, aiutare a capire l’editing genomico e i suoi risvolti bioetici?
Meglio cercare ispirazione nella trilogia MaddAddam di Margaret Atwood e negli altri titoli suggeriti da So: Tutti a Zanzibar di John Brunner, Sul filo del tempo di Marge Piercy, Cyteen di C.J. Cherryh, Cuori sgozzati di Katherine Dunn, La ragazza meccanica di Paolo Bacigalupi, Generosity di Richard Powers.
Forse la scienza non conosce abbastanza la fantascienza, e viceversa. E forse ogni incontro ha bisogno di un pizzico di fortuna, lo scrittore giusto per la tecnologia giusta. Se è così, possiamo ancora sperare che un nuovo Asimov si cimenti con la nuova genetica e la proietti oltre CRISPR.