
La notizia hot è che è stato isolato un enzima CRISPR capace di funzionare fino a 100 gradi centigradi. Questa foto mostra una fase del campionamento presso le sorgenti calde del Parco dello Yellowstone, che ha portato a questo paper su Pnas e alla scoperta di IgnaviCas9, la nuova nucleasi tollerante al calore.
Esplorare la diversità molecolare della natura in condizioni estreme può portare a scoperte entusiasmanti e applicazioni rivoluzionarie, come è accaduto molti anni fa con l’enzima Taq. Quella polimerasi, scovata negli stessi luoghi nel batterio estremofilo Thermus aquaticus, ha reso possibile l’amplificazione del DNA con la tecnica PCR.
L’enzima di cui parliamo ora, invece, è il dono fatto da un Ignavibacterium non coltivato al gruppo di Stephen Quake a Stanford. Si tratta della terza Cas9 termostabile caratterizzata finora, dopo la GeoCas9 del Doudna Lab e la ThermoCas9 del laboratorio di John van der Oost lab.
La speranza è che in futuro questi enzimi possano essere usati per modificare il DNA in condizioni estreme, consentendo applicazioni in cui i reagenti devono essere tenuti per lunghi periodi a temperature elevate.