CRISPR si ispira ai fiori

Editing genetico multiplex a guida mobile

In natura serve a dare un segnale cruciale alle piante: è tempo di fiorire. In laboratorio è l’ultimo stratagemma per facilitare l’uso di CRISPR in agricoltura. Parliamo di Flowering Locus T (FT), una piccola proteina globulare prodotta dalle foglie in risposta ai cambiamenti della luce, capace di migrare nei germogli, entrare nei nuclei e promuovere la formazione dei fiori, con meccanismi che i ricercatori hanno iniziato a decifrare.

Proprio la sua capacità migratoria verso gli apici rende questa proteina potenzialmente utile anche per i biotecnologi. Usando la sua sequenza codificante come locomotiva, FT può trainare altri componenti nelle cellule che daranno fiori, e poi semi, e dunque andranno a costituire la nuova generazione. Ricorrendo a questo traino, dunque, si può regalare a CRISPR una molecola guida mobile, capace di raggiungere la linea germinale e introdurre la modificazione desiderata in modo ereditabile. È quello che hanno fatto Daniel Voytas e i suoi colleghi dell’Università del Minnesota in uno studio eseguito sul tabacco e pubblicato su Nature Plants.

L’idea piace molto a Vittoria Brambilla dell’Università di Milano, che studia con l’aiuto di CRISPR il processo di fioritura del riso. Con questo approccio che possiamo definire “editing multiplex ereditabile con RNA guida mobile”, non sarebbe più necessario eseguire tutto il lavoro di trasformazione genetica ogni volta, esperimento dopo esperimento. Si potrebbe partire con piante che producono costitutivamente l’ingrediente base di CRISPR, l’enzima Cas9, e poi eseguire un procedimento semplicissimo su misura per ogni esperimento: iniettare di volta in volta la molecola guida che serve a identificare il gene bersaglio da correggere con l’aiuto di CRISPR.

“Nel nostro laboratorio noi inseriamo Cas9 e guida con il classico metodo dell’Agrobacterium, poi dobbiamo coltivare le cellule trasformate in vitro, indurre i calli eccetera. Il processo di rigenerazione è complesso, in alcune varietà di riso è difficile e ci sono specie in cui rappresenta ancora il maggiore ostacolo per il miglioramento genetico”, ci ha spiegato la ricercatrice italiana. Il metodo messo a punto da Voytas, invece, consentirebbe di saltare i passaggi che servono a rigenerare intere piante a partire dalle singole cellule vegetali in cui è avvenuto l’editing. Infatti basterebbe iniettare la guida nel sistema vascolare delle piante per trasformare la generazione successiva.

“Loro hanno usato il tabacco che è una pianta modello, con foglie morbide, una struttura vascolare grossa, facile da infiltrare. Il riso in confronto ha foglie dure”, commenta Brambilla che comunque si dice fiduciosa. “Penso sia possibile riuscirci e probabilmente dopo aver visto il paper di Nature Plants qualcuno ci sta già provando”.

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